Segnalazioni 2012 - Archivio

KENYA

 

Ngugi Wa Thiongo

Sogni in tempo di guerra

Jaca Letteratura, 2012

Traduzione di Guendalina Carbonelli

 



Ngugi Wa Thiong'o, fra i più grandi scrittori africani viventi, dispiega in queste pagine il racconto della sua infanzia e prima adolescenza con disarmante semplicità e freschezza. Scrittore capace di esplosiva denuncia politica (Petali di sangue, Jaca Book, 1979) e di complesse tessiture polifoniche del mondo keniano post-indipendenza ("Un chicco di grano", Jaca Book, 1978, 1997), raccoglie qui le sue energie di narratore distillandole in un linguaggio immediato, che si fonde con il racconto di se stesso ragazzino, ma che progressivamente sempre più va amplificandosi nei grandi eventi storici in cui il protagonista si trova immerso. Prendendo le mosse dai più lontani ricordi del suo gruppo familiare, tutta l'esistenza raccolta nelle cinque capanne del padre e delle sue quattro mogli, la storia personale del bambino finisce per incontrarsi e scontrarsi con quella di un Kenya scosso dai fermenti indipendentisti e dalla dura repressione del governo britannico. Il fascino della parola pervade tutto il libro, presagio del destino del protagonista: dai racconti collettivi del paese, in cui la consistenza storica del fatto si perde nella pluralità delle voci che lo compongono, alle storie raccontate in famiglia "con il riflesso delle fiamme che danzava sui volti", dall'incontro con la parola scritta, grazie a un'inseparabile Vangelo prima e alla biblioteca di un insegnante poi, alla fallace linearità della propaganda coloniale che occupa ogni spazio pubblico...

Marocco

Mohammed Al Achaari

L'arco e la farfalla

Editore Fazi, 2012

Traduzione di P. Viviani

Sullo sfondo di un Marocco in grande fermento e sempre più diviso fra tradizione e modernità, la vita di Youssef Al Firsioui, giornalista e scrittore, viene sconvolta il giorno in cui riceve una lettera che annuncia la morte misteriosa del figlio Yassine, in seguito a un attentato terroristico in Afghanistan di cui si è reso protagonista. Il lutto profondo che ne segue si manifesta con la perdita dell'olfatto e, progressivamente, di qualsiasi gusto per la vita: i cibi, anche i più prelibati, non hanno sapore, così come i rapporti con le donne diventano piatti e senza passione. Eppure l'elaborazione del dolore subisce molte trasformazioni e Youssef, senza quasi accorgersene, inizia un viaggio personale dove, passo passo, riemergono i legami avuti con i protagonisti della sua esistenza; la madre, giovane donna tedesca morta suicida in una terra amata eppure ostile; il padre, uomo che incarna lo spirito stesso del Marocco, ormai anziano e cieco eppure instancabile guida archeologica delle antiche rovine romane della città di Volubilis. Nel frattempo il rapporto con la moglie è rovinato sotto il peso della perdita del figlio e saranno altre donne ad accompagnare Youssef in questo turbinio emotivo dove sentimenti ingovernabili fioriscono uno dopo l'altro, in cui la dimensione della conversazione privata è lo strumento con il quale si torna alla vita.



Camerun

Clariste Soh-Moube

La trappola. L'odissea dell'emigrazione, il respingimento, la rinascita.

Edizioni Infinito, 2012

Traduzione di Max Hirzel

Una giovane donna, africana, calciatrice. Un sogno che chiama Mbeng, Europa. Il racconto di un viaggio che è una vita – settemila chilometri in otto anni. Un percorso lungo e tortuoso nel tempo e nello spazio, aggrappata al football per avvicinare l’Europa. La storia di un inganno, di un sogno – la fortezza Mbeng – che è illusione. E la narrazione di una rinascita, ritornando all'Africa.
La Trappola è una testimonianza, narrazione di un percorso mentale prima ancora che fisico: Clariste racconta i suoi dieci anni vissuti inseguendo l’Europa e terminati (re)incontrando l’Africa, un altro destino e una diversa forza. Dal 1998, quando lascia con pochi soldi il suo Cameroun, fino al rientro nel 2008, dopo essere stata catturata a Tetouan, picchiata e respinta quando era a pochi centimetri dal sogno. Passando per Nigeria, Benin, Togo, Ghana, Costa d’Avorio, Mali, Senegal, Algeria, non lungo un tragitto lineare, ma attraverso un percorso tortuoso fatto di inversioni di marcia, interruzioni, tentativi frustrati, lunghe pause alla ricerca di soldi, mezzi e del tramite migliore per entrare a Mbeng, come i giovani africani chiamano l’Europa.


Liberia
Ellen Johnson Sirleaf
Un giorno sarai grande
ADD Editore, 2012
Traduzione di F. Regalzi
"Donne, siete pronte per la storia?" È questo l'invito che Ellen Johnson Sirleaf, presidente della Liberia e Premio Nobel per la Pace, lancia al suo Paese dopo la vittoria alle presidenziali nel 2005. Donna straordinaria e politica capace, in queste pagine racconta la lunga strada che l'ha portata a diventare la prima donna presidente di uno Stato africano, un percorso non semplice, fatto anche di carcere ed esilio, di lotte e battaglie civili spesso sconosciute nei distratti Paesi europei. Con la sua presidenza ha aperto un nuovo corso politico e di ricostruzione in un Paese che sta faticosamente cercando di rialzarsi dopo gli orrori di una guerra civile durata quattordici anni. In poco tempo quadruplica il bilancio nazionale, riduce l'impressionante debito e lotta contro la corruzione dilagante guadagnandosi il soprannome di "Mama Ellen", proprio perché considerata madre della nazione.

 



Liberia

Leymah Gbowee con Carol Mithers

Grande sia il nostro potere

Editore Corbaccio, 2012

Traduzione di E. De Medio

La vita di Leymah Gbowee è stata dominata dalla guerra civile in Liberia, un conflitto sanguinoso che l'ha privata di parenti e amici nonché dei suoi sogni e delle sue speranze. Giovane madre e compagna di un uomo violento, Leymah Gbowee è riuscita a dire basta anche alla violenza privata che lei stessa subiva e a trasformare la sua amarezza in azione, incoraggiando le donne, le vere vittime della guerra, a creare una forza irresistibile. Nel 2003, Leymah Gbowee ha quindi istituito e diretto la Liberian Mass Action for Peace, una coalizione di donne cristiane e musulmane che hanno manifestato pubblicamente contro il presidente liberiano, il sanguinario signore della guerra Charles Ghankay Taylor, con ogni mezzo a loro disposizione, compreso lo sciopero del sesso. Leader autorevole a capo del suo "pacifico esercito", Leymah Gbowee ha contribuito così a pacificare il suo Paese e a cambiare il corso della storia liberiana. "Grande sia il nostro potere" è la testimonianza pregnante di un percorso dalla disperazione alla speranza che commuoverà chiunque coltivi il sogno di un mondo migliore.



Wu Ming 2, Antar Mohammed

Timira. Romanzo meticcio

Edizioni  Einaudi, 2012

Timira è un romanzo meticcio scritto da tre persone, la protagonista si racconta e viene raccontata dal figlio, lo scrittore di origini somale Antar Mohamed, e da uno dei membri del collettivo di scrittori bolognesi Wu Ming, i "senza nome" che rifiutano la celebrità individuale e che si schierano dalla parte della democrazia e della condivisione delle opere artistiche e creative. Timira è il nome con cui la protagonista è conosciuta nella sua patria di origine, la Somalia. Lei è Isabella Marincola, nata a Mogadiscio nel 1925 da madre somala e padre italiano. Isabella-Timira ha passato la sua vita tra Africa ed Europa, continuando a lottare per i suoi diritti di cittadina italiana, riuscendo a reagire alle difficoltà e arrivando persino a recitare nel film "Riso amaro" di De Santis, dove faceva la parte di una mondina nera. Tra le pagine di Timira, si mescolano documenti di archivio e invenzione narrativa, si passa da un continente all'altro, attraversando diversi periodi storici. Antar Mohamed è il figlio di Timira, e dopo la morte della madre ha continuato a raccontarne la storia prendendo il suo posto nell'affiancare lo scrittore del collettivo Wu Ming durante la stesura di Timira, il romanzo che racconta settant'anni di storia visti con gli occhi un'italiana dalla pelle scura.


Mali

Moussa Konatè

L'impronta della volpe

Editore Del Vecchio, 2012

Traduzione di Ondina Granato

C'è un popolo con radici ben salde e tradizioni antichissime nel cuore del Mali: i Dogon. Vivono nella regione della falesia di Bandiagara, a sud del fiume Niger, in villaggi costruiti con il fango. In uno di questi villaggi tre ragazzi trovano la morte in circostanze particolari nel giro di poche ore. Tutti hanno visto ma nessuno sembra sapere niente. Il caso viene assegnato dalle autorità maliane al commissario Habib e all'ispettore Sosso. La loro indagine è un'immersione completa nella vita dei Dogon: il paesaggio, i colori, i suoni, gli abiti, le maschere, i riti. I due detective devono districarsi fra razionalità e credenza, scienza e tradizione. È sullo sfondo di una battaglia atavica fra interessi economici, spesso nascosti sotto il vago termine di progresso, e autonomia e autodeterminazione dei popoli, che questo giallo si dipana. Insieme al comandante Habib, e grazie ai suoi straordinari dialoghi con le autorità del luogo, intuiamo che la razionalità occidentale non può bastare, che dobbiamo essere disposti a rinunciare al giudizio e alle nostre sicurezze, per capire, sentire e accogliere una cultura antica e ancora per certi versi misteriosa come quella africana.


Nigeria

Lola Shoneyin

Prudenti come serpenti

Editore 66th and 2nd

Traduzione Ilaria Tarasconi


Baba Segi è un facoltoso poligamo di mezz’età, grassoccio e vanitoso. La sua quarta moglie, la bella e colta Bolanle, dopo due anni di matrimonio non riesce ad avere figli. Disperato, Baba Segi decide di abbandonare stregoni e ciarlatani per rivolgersi alla medicina ufficiale ma la sua decisione scatena un putiferio in casa poiché le indagini dei medici potrebbero portare alla luce un terribile segreto, tramandato fino a quel momento di moglie in moglie. Fino a che punto si spingerà l’ira di tre donne decise a difendere la loro posizione? Una riflessione lucida, disincantata e insieme poetica sul tema della poligamia e, più in generale, sulla Nigeria contemporanea.


Algeria

Khadra Yasmina

L'equazione africana

Editore Marsilio

Traduzione di Raffaella Fontana

In seguito a un terribile lutto famigliare e allo scopo di superare il suo dolore, il dottor Kurt Krausmann accetta di accompagnare un amico in un viaggio alle isole Comore. La loro barca viene attaccata dai pirati al largo della Somalia, e il viaggio «terapeutico» del medico si trasforma in un incubo. Preso in ostaggio, picchiato, umiliato, Kurt scopre un'Africa traboccante di violenza e intollerabile miseria, dove «gli dèi non hanno più pelle sulle dita a furia di lavarsene le mani». Insieme al suo amico Hans e a un compagno di sventura francese, Kurt troverà la forza per superare questa prova? Guidandoci in un viaggio sorprendentemente vivido e realistico che, dalla Somalia al Sudan, ci mostra un'Africa orientale di volta in volta selvaggia, irrazionale, saggia, fiera e infinitamente coraggiosa, Yasmina Khadra conferma ancora una volta il suo immenso talento di narratore. Magistralmente costruito e condotto, L'equazione africana descrive la trasformazione lenta e irreversibile di un europeo i cui occhi si apriranno a poco a poco alla realtà di un mondo fino ad allora sconosciuto.


SudAfrica

Nadine Gordimer

Ora o mai più

Edizioni Feltrinelli, 2012

Traduzione di Grazia Gatti

Sudafrica del dopo apartheid. Jabu e Steve hanno vissuto in prima linea la lotta al vecchio regime, pagando con il carcere e la clandestinità un impegno politico che è un imperativo morale. Lei nera, zulu, cresciuta in un villaggio tribale, lui bianco di famiglia benestante, Jabu e Steve abbracciano la differenza e si sposano quando ancora i matrimoni misti sono illegali.
Ma come riconciliare l’esperienza di una normalità prima impensabile con la realtà di una giovanissima democrazia afflitta da povertà, violenza, tensioni sociali e già inquinata da corruzione, scandali e giochi di potere? Accettare la disillusione degli ideali e scegliere l’emigrazione è davvero l’unica soluzione percorribile? E in questa nuova realtà, come riconciliare le scelte private con l’impegno politico? In Ora o mai più, il premio Nobel sudafricano dimostra ancora una volta di essere una narratrice magistrale, all’apice delle sue capacità.


SudAfrica

André Carl van der Merwe

Moffie

Iacobelli editore, 2012

Traduzione di Valentina Jacoponi

Nicholas è un moffie, modo in cui gli afrikaner chiamano con disprezzo gli omosessuali. Ha 19 anni ed è costretto a partire militare nel Sudafrica dei primi anni ’80. La vita nell’esercito è piena di rituali sciocchi, violenza e tanta propaganda anticomunista, ma nonostante le assurdità di un sistema militare che piega e uccide i suoi ragazzi prima di averli mandati al fronte, Nick riesce a non cedere, addestrato a resistere dalla sua stessa esistenza, segnata dalla difficoltà nel vivere la sua sessualità ai tempi dell’apartheid.

Nonostante gli orrori a cui assiste, questo primo anno di militare diventa la pietra angolare della sua futura esistenza: tra i ranghi Nick si innamora, stringe amicizie forti, si confronta, diventa un uomo consapevole non solo della sua sessualità ma di una vera identità.


Angola

José Eduardo Agualusa

Barocco Tropicale

La Nuova Frontiera, 2012

Traduzione di Giorgio de Marchis

Luanda, 2020. Durante una tempesta tropicale, una donna cade all'improvviso dal cielo e muore davanti agli occhi stupefatti di Bartolomeu Falcato e dell'affascinante Kianda. Bartolomeu riconosce il corpo della donna, ex miss Angola ed escort di lusso di uomini politici e imprenditori, che, dopo una crisi mistica, forse ha parlato troppo. Per capire chi l'ha uccisa e ora, probabilmente, vuole uccidere anche lui, Bartolomeu attraversa una città corrotta e feroce, incrociando il suo destino con una bizzarra galleria di personaggi che conferma come la realtà sia spesso più incredibile della letteratura. "Barocco tropicale" è una coraggiosa denuncia, ma anche una commovente storia d'amore ambientata in una megalopoli eccessiva, spietata e fatale.

José Eduardo Agualusa è nato nel 1960 a Huambo, in Angola e oggi vive tra Lisbona, Rio de Janeiro e Luanda. Giornalista ed editore, è soprattutto l'autore di alcuni tra i romanzi più apprezzati negli ultimi anni dai lettori portoghesi e brasiliani. Le sue opere, alcune delle quali saranno presto adattate per il cinema, sono state tradotte nelle principali lingue europee. In Italia, laNuovafrontiera ha già pubblicato i romanzi Quando Zumbi prese Rio (2003), Il venditore di passati (2008), vincitore dell'Independent Foreign Fiction Prize, e Le donne di mio padre (2010).





 

 


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