Diébédo Francis Kéré ha vinto il Pritzker Prize

L’architetto del Burkina Faso Diébédo Francis Kéré ha vinto il Pritzker Prize: è il primo africano a ottenere il più importante riconoscimento internazionale per l’architettura.

Diébédo Francis Kéré, che ha 56 anni e vive a Berlino dal 1985, è nato nel villaggio di Gando e ha studiato all’Università tecnica di Berlino, dove poi si è stabilito. Nel 1998 ha istituito la Kéré Foundation per realizzare alcuni progetti nel suo villaggio e nel 2005 ha fondato la Kéré Architecture, che ha ottenuto vari riconoscimenti per aver progettato numerosi edifici sia in Burkina Faso che in altri paesi africani, tra cui Mali, Benin, Kenya e Togo, ma anche negli Stati Uniti e in Germania.

Secondo la fondazione che assegna il premio, Kéré ha la capacità di «dare forza e trasformare le comunità attraverso il processo dell’architettura. […] Grazie alla sua dedizione per l’impegno e la giustizia sociale, e all’uso sapiente dei materiali locali per connettersi e adattarsi al clima naturale», continua l’annuncio, Kéré «è intimamente consapevole che l’architettura non riguarda l’oggetto ma l’obiettivo; non il prodotto, bensì il processo».

Kéré ha tenuto lezioni in numerose università di prestigio, come la Harvard Graduate School of Design e la Yale School of Architecture. Tra le sue opere più significative ci sono la scuola elementare di Gando, in Burkina Faso, l’edificio del Parco nazionale del Mali e Xylem, un padiglione del Tippet Rise Art Centre, in Montana, negli Stati Uniti. Di recente gli è stata commissionata la realizzazione dell’edificio dell’Assemblea nazionale del Burkina Faso a Ouagadougou e di quello dell’Assemblea nazionale del Benin, che è già in costruzione.

[pubblicato sul ilpost.it –cultura; 16 marzo 2022]

Dante in wolof

  Dante in wolof

 

Nell’anno 2021 delle celebrazioni dantesche -700 anni dalla sua morte-, lo scrittore e giornalista Pap Khouma, che vive a Milano ormai da molti anni ed è naturalizzato italiano, ha tradotto in wolof  il Primo canto dell’Inferno, recitato in questa lingua a molti sconosciuta, proprio a Ravenna, davanti alla tomba di Dante. In molte interviste Pap Khouma parla delle difficoltà incontrate: di lingua, di resa di un linguaggio simbolico appartenente ad un ordine culturale diverso, di ritmo.

Si è affidato alla tradizione culturale alta dei griot per avvicinarsi al testo dantesco, abbandonando i francesismi del wolof comune, per cercare di rendere un italiano delle origini. Bellissima impresa

Premi letterari ad autori africani

 Premi letterari ad autori africani

 

Il 2021 è stato denominato l’anno letterario africano per i numerosi riconoscimenti dati ad alcuni autori africani o di origine africana.

Il più prestigioso, il Nobel per la letteratura 2021, al tanzaniano Abdulrazak Gurnah ( nella foto), di cui la casa editrice La Nave di Teseo ha annunciato imminenti pubblicazioni;

il premio per la letteratura francofona Goncourt al senegalese Mohamed Mbougar Sarr per “La plus secrète memoire des hommes”, che uscirà per E/O;

il premio statunitense Neustadt al senegalese Boubakar Boris Diop, di cui è uscito in Italia nel 2000 “Murambi. Il libro delle ossa”;

il Man Booker britannico al franco-senegalese David Diop per “Fratelli d’anima”, apparso per Neri Pozza nel 2019;

il Camoes alla mozambicana Paulina Chiziane ;

il Premio per la Pace degli editori tedeschi a Tsitsi Dangaremgba, scrittrice e regista dello Zimbabwe (pubblicata in italiano nel 2007 da Gorée “La nuova me”) ;

il Booker Prize allo scrittore sudafricano Damon Galgut con “The promise”;

il Premio Kourouma allo scrittore congolese che vive in Canada, Blaise Ndala con “Dans le ventre du Congo”;

per concludere il premio Matilde Serao alla scrittrice e giornalista italo-somala Igiaba Scego: come si vede anche in Italia ci si comincia ad accorgere di questa letteratura.

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