RACCONTI IN ALTALENA
Di Jorge Canifa Alves
Edizioni dell’arco
6,90 E
Con Racconti in altalena Jorge mi ha colto di sorpresa, nonostante fossi preparata a farmi affascinare da personaggi sempre nuovi, inseriti dalla fantasia dell’autore negli ambienti capoverdiano e italiano. Ma Jorge è andato oltre le mie aspettative. Ho ammirato la capacità con cui ha descritto ambienti diversi, mondi lontani fra loro e con riferimenti culturali differenti. La ricerca della propria identità ha creato in Jorge altri spazi, altre occasioni per conoscere cultura nuove. Da questo confronto tra mondi Jorge ne esce affascinato e “contaminato”, in definitiva più ricco.
(Maria de Lourdes Jesus)
Racconti in altalena nasce con dedica speciale a tutte quelle persone che hanno perso qualche secondo del proprio tempo prezioso a raccontarmi qualcosa anche di insignificante che si è andato poi ad incastonare in un meraviglioso gioiello. Racconti in altalena è innanzi tutto un libro sull’amicizia dove i personaggi, provenienti da diverse parti del mondo, si incontrano, si raccontano, e ci raccontano qualcosa, in nome dell’amicizia che li rende liberi di potersi muovere lontani dai propri confini. E proprio la libertà è il secondo tema. Questa è inseguita per essere raggiunta a tutti i costi, anche a costo della propria vita come accade alla giovane pakistana in Sab Ras. Una libertà che deve scorrere come l’acqua e come questa deve avere la capacità di penetrare in tutti gli anfratti e ripulire le vecchie menti e rigenerare la vita… e l’acqua è il terzo leitmotiv di questi racconti, l’acqua è presente ovunque in forma liquida o solida (campanello d’allarme che avverte che la libertà è in pericolo) e dove essa manca viene a crearsi un vuoto dove non c’è libertà, non c’è amicizia, dove l’uomo è un animale che non ha sentimento per gli altri e allora si arriva a distruggersi. In Ramon, l’acqua ha la forma sferica ma è liquida o solida? Apparentemente liquida perché è di possesso di quelli che nella realtà schiacciarono i ribelli in Bolivia nel 1968, ma è in realtà solida perché viene usata contro la libertà espressa nell’immagine del Che Guevara. In Fat Frumos è inizialmente idealmente liquida (tutta la scena iniziale è descritta con la metafora di una nave che entra nel porto), poi diventa solida sotto forma di neve, e troviamo in atto delle rivoluzioni anche interiori, ma sul finire ridiventa liquida agli occhi di Portonovo che vede lo schermo del pc come un mare calmo dove tre navi, tre amici manovrano per entrare in porto. In Sab Ras è assente completamente l’acqua come sono completamente assenti amicizia e libertà.
Chi è sempre presente invece è l’immagine della donna. La donna che ama, che desidera essere amata, che combatte, lotta. Donne disposte a lasciare tutto, anche un figlio, per cercare di raggiungere un obiettivo, un sogno, un amore. Donne violate e che vanno incontro alla morte dignitosamente. Donne tradite dalla vita, dai sentimenti altrui e maledette dalla sorte e dalle streghe eppure capaci anche di capire e perdonare. Donne portatrici di sogni e di storie da raccontare e ascoltare.
Racconti in altalena è così una piacevole sinfonia dove l’amicizia, libertà, acqua e donna si intrecciano armoniosamente tra loro per regalare emozioni anche forti e ma soprattutto universali.
Jorge Canifa Alves